Il contrario di un’economia umana

16 gennaio 2017 - Tonio Dell'Olio

I dati resi noti da Oxfam sulla distribuzione della ricchezza nel mondo e nel nostro Paese, rischiano di apparire aride statistiche, numeri senz’anima, se non fosse che proprio quelle cifre urlano il peccato del mondo, l’ingiustizia, ovvero l’obiettivo di molti (o di pochi?) di puntare esclusivamente al profitto non facendosi scrupolo di utilizzare le vie della corruzione e dell’evasione fiscale. Il rapporto rende noto che le otto persone più ricche del pianeta possiedono oggi la stessa ricchezza della metà più povera dell’umanità. In Italia in sette possiedono quanto il 30% della popolazione. Di qui tutte le altre considerazioni sui danni prodotti dall’accumulazione della ricchezza che, non investita nella creazione di lavoro né ridistribuita se non nella quota parte agli azionisti, va a concimare la crescita del capitale stesso. I mezzi attraverso i quali avviene tutto questo sono esposti e dimostrati dal rapporto con rigore scientifico: elusione fiscale, clientelismo, investimenti nei paradisi fiscali, sofisticati sistemi di corruzione e sostegno alla politica compiacente, riduzione dei diritti e delle garanzie dei lavoratori. Nello stesso rapporto, gli esperti di Oxfam indicano otto mosse indispensabili per invertire questa tendenza e riuscire a creare un’economia umana. Adesso queste richieste diventano una campagna denominata proprio “Un’economia umana per il 99%”.

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