Ma l’Acropoli non ci sta
Se non è una bufala è proprio la notizia del giorno. La Commissione Archeologica della Grecia ha rifiutato di mettere a disposizione della Maison Gucci l’Acropoli per fare da sfondo a una sfilata di moda. Una notizia che va molto oltre quelle di costume perché per la Grecia rifiutare 56 milioni di euro, questa pare fosse l’offerta del famoso marchio della moda, è uno scatto di dignità in cui la storia e l’arte non si inchinano di fronte al denaro. Perché il denaro non è tutto e nemmeno il marketing. Il patrimonio dell’antichità non è in vendita e nemmeno in affitto al migliore offerente. Perché se c’è il terrorismo cieco e spregevole che distrugge le colonne e le statue di Palmira, Fiore del deserto, ce n’è un altro che trova molti consensi e giustificazioni come quello del denaro arrogante che pensa di poter comprare e asservire ogni cosa. "Concedere l'uso dell'Acropoli sarebbe stata un'umiliazione" ha commentato in un editoriale il quotidiano Kathimerini. E come dargli torto? Si tratta dell’anima di un Paese (se non dell’umanità) anche se per chi ha tanti soldi si tratta solo di un proscenio, un fondale, un palco, una passerella.