Le lacrime delle donne
Quella forza fragile delle lacrime sostiene il mondo. Nascoste solitarie in una stanza con il pudore di chi non può mostrare le proprie ferite, le lacrime delle donne irrigano un mondo sognato migliore o semplicemente un futuro di dignità per il frutto del proprio ventre. Lacrime di rabbia e di resistenza schiacciate da una violenza che sembra riservata unicamente a donne che si ribellano, nelle quattro mura di casa o di fronte a muri che interrompono sogni e cammini. Lacrime che urlano una preghiera a Dio e al mondo in nome delle vittime, litania infinita sparsa per ogni regione della terra e rigano volti meticci e neri e le intravedi tra le pieghe di un volto sfregiato con l’acido. Un sapore amaro che sembra non avere più nulla e nessuno da desiderare. Eppure la speranza del mondo naviga su quelle lacrime che sono anche di gioia all’alba di un tempo nuovo e sanno donarsi senza riserve a chi ne ha bisogno per impastarle con la sabbia del futuro. Perché il pianto non è mai stato semplice lamento, nasconde il segreto dei sentimenti che gli uomini non riescono a dire e, troppe volte, nemmeno a provare. Le lacrime delle donne non sono la bandiera bianca sventolata dalla propria debolezza e nemmeno semplicemente la coda di una tragedia, semmai è il preludio di una sinfonia che da quelle lacrime riprende forza e senso. È sempre parto. “Gioia e dolore hanno il confine incerto nella stagione che illumina il viso” – cantava poeticamente De Andrè.