G7 Energia nulla di fatto come sempre
Normalmente gli incontri del G7, tanto quelli al vertice quanto quelli dei diversi ministeri, si concludono con una dichiarazione congiunta. Si badi bene, niente di particolarmente vincolante, tanto che non sono previsti meccanismi di verifica e men che meno di sanzioni per gli inadempienti. In genere si tratta di enunciazioni di principio che compongono una sorta di inno all’ipocrisia diplomatica che lasci credere al mondo che da parte delle presunte superpotenze industriali vi sia la buona volontà di rendere migliore questo mondo. Ma la riunione sull’energia che si è conclusa ieri a Roma e in cui spettava proprio all’Italia il coordinamento e la mediazione, si è conclusa con un nulla di fatto sul tema cruciale delle misure da adottare per ridurre il cambiamento climatico. “L’amministrazione Usa si trova in un processo di revisione” della politica energetica, - si è affrettato a dichiarare Carlo Calenda ministro dello Sviluppo economico italiano - e dunque “non è stato possibile firmare una dichiarazione congiunta su tutti i punti”. Anzi da quel che ne sappiamo non c’è proprio stata una dichiarazione congiunta. E forse è meglio così. Se non altro una tale conclusione risulta essere più vera delle precedenti. Anche se persino in questo caso una vena di ipocrisia permane quando si dice che gli unici a non essere convinti di varare politiche per la salvaguardia della vita del pianeta siano gli USA.