Scusa don Tonino...
Caro don Tonino,
nell’anniversario della tua morte ti ricordo, ti ricordiamo in tanti.
Con un po’ di nostalgia e con una velo di tristezza per tutto quello che oggi stiamo vivendo in questo mondo che tu hai conosciuto bene e che ora ‘vedi’ in una luce nuova...
C’è un’immagine che mi ritorna spesso alla mente: sul pullman per Sarajevo, dicembre 1992, eri seduto qualche sedile più avanti di me, la testa appoggiata al finestrino, gli occhi socchiusi a lasciare spazio ai tanti pensieri che poi avresti scritto nel tuo diario. Ogni tanto qualche scambio di parole, ma anche molto silenzio. Intorno il buio della guerra. La notte.
Ecco, anche io oggi sento di comunicare con te in silenzio, le poche parole sono tue. Intorno anche oggi il buio: violenze di ogni genere, guerre, armi anche nucleari, bombardamenti, violazioni di diritti, giornalisti imprigionati, fame, siccità, carestie, migranti che fuggono e muoiono e anche tanta indifferenza...
Con la passione che sempre comunicavi, ci dicevi all’arena di Verona nel 1989: “Se non abbiamo la forza di dire che le armi non solo non si devono vendere ma neppure costruire... Che la nonviolenza attiva è criterio di prassi cristiana.... Se non abbiamo la forza di dire tutto questo, rimarremo lucignoli fumiganti invece di essere ceri pasquali.”
Mi sento un po’ un lucignolo fumigante... Lo so che è sbagliato, scusami ma mi sento un po’ così... A volte non riesco a vedere la luce. Sembrano sempre più grandi i segni di buio e di morte. Ti chiedo scusa.
A dire il vero qui abbiamo papa Francesco, vescovo di Roma, che ti assomiglia molto e che non perde occasione per annunciare e denunciare. “Per fare la pace ci vuole coraggio, molto di più che per fare la guerra” ha detto Francesco l’8 giugno 2014.
Ecco forse manca un po’ il coraggio.
Per questo ti chiedo di darmi, di darci, la tua benedizione. Di aiutarci a non perdere la speranza e vivere davvero la Pasqua nella luce della Resurrezione, come hai fatto pochi giorni prima della tua morte, nell’aprile 1993. “Vi benedico da un altare scomodo... coperto da penombre ma carico di luce, vi benedico da un altare circondato da silenzi, ma risonante di voci... Sono le grazie, le luci dei mondi, dei cieli e delle terre nuove che con la resurrezione irrompono nel nostro vecchio mondo e lo chiamano a tornare giovane.”
Caro don Tonino ancora grazie!