Il facilitatore
Nei giorni scorsi è stata presentata la Relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia. Di seguito alcuni passaggi che non hanno bisogno di commento e che vengono affidati alla nostra riflessione.
“L’uso stabile e continuo del metodo corruttivo-collusivo da parte delle associazioni mafiose determina di fatto l’acquisizione (ma forse sarebbe meglio dire, l’acquisto) in capo alle mafie stesse, dei poteri dell’autorità pubblica che governa il settore amministrativo ed economico che viene infiltrato”. (…)
“Con l’utilizzazione del metodo corruttivo-collusivo, le mafie si avvalgono sempre della forza d’intimidazione e dell’assoggettamento, ma, in questo caso, per ottenere il risultato, non usano direttamente della propria forza, ma – con risultati analoghi (e, cioè, si ripete, generando un totale assoggettamento) di quella di altri e cioè di Pubblici Ufficiali a busta paga. Ed è evidente che questo non abbia cambiato l’essenza del fenomeno”. (…) “Il facilitatore è un soggetto intermedio e autonomo. A suo modo un professionista nel mondo delle opere e dei servizi pubblici. Spesso ex politici o para-politici, ex funzionari pubblici che, con la pregressa pratica hanno imparato a conoscere la macchina degli apparati pubblici, i suoi meandri, i suoi tempi, i suoi passaggi. Ed hanno, quindi, amicizie nei descritti contesti come nelle organizzazioni che a loro si rivolgono per ottenere le loro prestazioni”. (…) “La peculiare funzione del facilitatore è, dunque, quella di far incrociare la domanda di tangenti e utilità varie provenienti dal ceto politico-amministrativo disponibile, con quella di appalti, gestione di servizi, incarichi di ogni tipo, provenienti dal ceto mafioso, ma non solo”.