Gli scemi del Mediterraneo
“Non siamo gli scemi del Mediterraneo, dobbiamo difendere i nostri interessi in Egitto e anche in Libia, investimenti italiani compresi”. Questi in sintesi i concetti espressi da Alfano, Cicchitto, Casini durante l’audizione dello scorso 4 settembre, davanti alle Commissioni Esteri di Camera e Senato sul ritorno del nostro Ambasciatore in Egitto, dopo l’uccisione di Giulio Regeni.
Mica siamo scemi, dobbiamo pensare ai nostri interessi. E quindi all’Egitto continuiamo a vendere armi, e con la Libia facciamo accordi anche se sappiamo di fosse comuni con migranti torturati e uccisi, come scrive Nello Scavo sull’Avvenire di oggi.
Ma noi mica siamo gli scemi del Mediterraneo.
E a Regeni, che non era in Egitto per studiare !! (come sostiene il deputato Pini) possiamo dedicare una scuola, dice il ministro Alfano.
Mica sono scemo, potrà allora dire tranquillamente il figlio ai genitori che gli fanno le raccomandazioni, adesso che inizia la scuola: io penso ai fatti miei.
Mica sono scemo, risponderanno gli alunni agli insegnanti che a scuola cercheranno di educare alla Costituzione, ad alcuni valori fondamentali della vita.
E così potremmo andare avanti: mica sono scemo a pagare le tasse; mica sono scemo a fare la pace, possono dire Trump, Putin, Assad o il Coreano Kim Jong-un.
E così la politica, invece di trasmetterci i grandi ideali su cui fondare la convivenza umana, ci trasmette la logica del mica sono scemo.
Dove ci porta questa strada?
Domenica scorsa abbiamo pregato per Giulio, a 19 mesi dalla sua morte, e per lui continuiamo a chiedere verità; non vorremmo aver scoperto un'altra tragica verità su cui si poggia certa politica, quella del mica sono scemo.
No. Non ci rassegnamo a questa logica.
A costo di passare per scemi.