L'ostrica
“Disse un'ostrica ad un'ostrica vicina:'Ho un dolore molto grande dentro di me. È pesante e rotondo e soffro'. E l'altra ostrica rispose con arrogante compiacenza: 'Sia lode ai cieli e al mare, io non ho dolore dentro di me. Sto benissimo dentro e fuori'. In quel momento un granchio che passava sentì le due ostriche, e disse a quella che stava tutta bene dentro e fuori: 'Sì, tu stai tutta bene, ma il dolore che la tua vicina porta in sé è una perla di inestimabile bellezza'”. È un racconto poetico di Khalil Gibran che provo a rilanciare in rete perché ci aiuti a riflettere sul senso del male, del dolore, della sconfitta. Quante volte abbiamo sperimentato che quella tegola che ci è caduta in testa non è solo portatrice di un gran mal di testa o di una corsa al pronto soccorso ma diventa lo strumento di cui la vita (Dio per i credenti) si serve per riservarci qualcosa di “inestimabile bellezza”? L'invito allora è a scavare dentro le situazioni per far emergere “l'essenza” delle vicende meno liete che a volte, barando su una vocale, ci sembra solo “assenza”. E allora quel cartello che Papa Francesco ha affisso dietro la porta del suo appartamento di Santa Marta, noi dovremmo stamparcelo direttamente nella coscienza: Vietato lamentarsi.