Varsavia il giorno dopo

13 novembre 2017 - Tonio Dell'Olio

Sono ancora confuso (quasi tramortito) per poter commentare correttamente ciò che è avvenuto in Polonia. So dire solo che è grave. Molto grave. Per quel Paese, ma anche per l'intera Europa e per l'umanità. Dare aria a sentimenti xenofobi e razzisti, gridare in piazza il disprezzo per lo straniero a prescindere, inneggiare all'ideologia di destra e al nazismo, come è accaduto ieri a Varsavia, è lasciare sul selciato il corpo inerte della democrazia e delle conquiste di libertà e comprensione tra i popoli che, invece, si devono celebrare nel “Giorno dell'indipendenza”. "Polonia pura, Polonia bianca", "Rifugiati al diavolo" e poi: "Vogliamo Dio". Si tratta di una generazione che ha dimenticato in fretta l'esperienza amara dei padri, che hanno subito, più che in altre nazioni europee, la morsa del nazismo. È un popolo che ha dimenticato i principi e i metodi della rivoluzione dei lavoratori di Solidarnosc per liberarsi dall'impero sovietico. Un Paese che non ha bisogno di mandare i rifugiati al diavolo semplicemente perché non ne ha mai accolto uno. E per favore non scomodate Dio, i rosari e il cristianesimo, come è avvenuto di recente e anche nell'imponente corteo dell'11 novembre. A meno di una plateale mistificazione e falsificazione dei fatti e delle parole, il Dio di Gesù Cristo è senza ombra di dubbio dalla parte di quelli che non hanno nemmeno la forza o la libertà o la possibilità di organizzare un corteo, di esporre le proprie ragioni e di gridare il proprio dolore.

Ultimo numero

Rigenerare l'abitare
MARZO 2020

Rigenerare l'abitare

Dal Mediterraneo, luogo di incontro
tra Chiese e paesi perché
il nostro mare sia un cortile di pace,
all'Economia, focus di un dossier,
realizzato in collaborazione
con la Fondazione finanza etica.
Mosaico di paceMosaico di paceMosaico di pace

articoli correlati

    Realizzato da Off.ed comunicazione con PhPeace 2.7.15