Le armi di Trump
“Rimuovere i limiti prestabiliti al bilancio in tema di spesa militare. È quanto ha formalmente chiesto il presidente Donald Trump al Congresso, dopo aver firmato ieri, alla Casa Bianca, il National defense authorization act per il 2018. Si tratta dell'annuale provvedimento sulla politica della difesa. Di fatto, dunque, Trump ha autorizzato un bilancio di 692 miliardi di dollari, ma la cifra non sarà davvero pienamente disponibile finché il Congresso non deciderà, come ha chiesto lo stesso presidente, di revocare la legge del 2011, che impone limiti stretti sulla spesa federale, compresa quella della difesa. Al momento il tetto di spesa possibile è fissato a 549 miliardi di dollari. Secondo Trump, 'il modo migliore per prevenire i conflitti di ogni genere è essere preparati, realmente preparati'. E dunque il presidente ha spiegato di aver voluto 'approvare in particolare gli sforzi in tema di difesa missilistica' e di aver firmato un provvedimento che 'spiana la strada per una eccezionale nuova categoria di sottomarini, i migliori al mondo'” (Fonte: L'Osservatore Romano, 13 dicembre 2017). Fin qui la notizia. Da qui in poi le nostre considerazioni personali. Pensiamo davvero che questo sia il modo migliore di andare incontro al nuovo anno? Dopo duemila anni di storia riteniamo ancora che per garantire la pace sia necessario preparare la guerra? Concordiamo con la congruità della somma destinata alla “difesa” USA? In una scala di priorità (come in ogni buona famiglia) non ci sono spese più importanti o addirittura urgenti?