I dubbi sulla preghiera di Berlusconi

18 dicembre 2017 - Tonio Dell'Olio

Di seguito riporto la notizia così come si poteva leggere due giorni fa sul quotidiano Libero sotto il titolo: “Silvio Berlusconi scrive una preghiera per i poveri - tutti i forzisti dovranno recitarla”. Mi esimerei da ogni commento se non fosse che almeno la preghiera dovrebbe essere considerata una zona franca da strumentalizzazioni di ogni tipo e di ogni parte e che, compito specifico dei partiti è piuttosto quello di proporre politiche efficaci per il bene comune. Ma non solo la preghiera, anche i poveri qui vengono usati (o abusati?) per rafforzare il consenso perché più che di preghiere i poveri hanno necessità di scelte personali e politiche che tendano a eliminare le cause della miseria. Per come la penso io, le scelte personali e politiche di Berlusconi & c. hanno contribuito non poco a creare degrado e povertà nel nostro Paese e nel mondo. 

“Pare che ultimamente Silvio Berlusconi soffra d'insonnia e che sfrutti le notti per scrivere. Scrivere una "preghiera". Non è per Natale, l'"orazione" del Cav è rivolta alle "fasce deboli". Lo stesso presidente di Forza Italia, rivela il Messaggero in un retroscena, la reciterà nei vari appuntamenti per il voto di marzo, ospitate tv comprese. E dovranno conoscerla a memoria anche i candidati forzisti che parleranno nei comizi. Non solo dovranno recitarla con una voce calda che sappia toccare il cuore dei bisognosi. Lo scopo della preghiera di Berlusconi è che 'Forza Italia arrivi al 30 per cento'. Detto questo l'orazione si compone di due parti. La prima 'è un riepilogo politico-morale di ciò che nei suoi governi è riuscito a realizzare. La seconda, più nuova, è quella di tipo solidale, quasi da socialista umanitario o addirittura da seguace del new deal rooseveltiano o da merkeliano di sinistra'. Il Cav propone quindi l'innalzamento delle pensioni minime, più proteine per i bambini poveri. 'I cittadini mai come in questa fase hanno bisogno di protezione e di rassicurazione. Il compito di fare politiche sociali spetterebbe alla sinistra, ma quella pensa soltanto alle banche e a combattersi al suo interno sulle banche. Quindi, ai poveri, ci dobbiamo pensare noi'”.

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