La memoria a cucù
Zerocalcare la definisce “memoria a cucù”. Quella che il 27 gennaio ricorda la Shoà degli ebrei e dimentica tutte le altre vittime, tanto della stessa fase storica e con gli stessi responsabili, quanto di altre epoche. E senza nemmeno lontanamente correre il rischio di svilire la memoria dell'eccidio degli ebrei da parte dei nazisti e dei fascisti, che significa solidarietà e monito, educazione e prevenzione, alcune considerazioni ritengo siano obbligatorie. Puntualmente, ogni anno, c'è qualcuno tra i più giovani che mi chiede: “Possibile che i tedeschi e gli italiani non si accorgessero di quanto stava accadendo?” e a poco serve la mia risposta circa l'ideologia che acceca, imbonisce, impedisce uno sguardo oggettivo sulla realtà. Oggi mi rendo conto che le vittime civili (donne e bambini) in Yemen causate dalle bombe saudite costruite in Italia così come i migranti uccisi o svenduti da schiavi o torturati in Libia grazie al nostro accordo nefasto con alcune fazioni di quel Paese, così come i contadini massacrati dai pesticidi delle multinazionali nel sud del mondo che provvede al nostro “benessere”, così come il depredamento delle ricchezze del sottosuolo in Africa, in Asia e in America Latina, in nazioni ricchissime che vivono nella peggiore delle miserie... domani ci potrà essere rinfacciato dai nostri nipoti, che spero vedano più chiaramente in questa storia. C'è un solo modo per essere assolti da quel tribunale: alzare la voce perché si inverta la rotta. Che un giovane domani almeno possa dire: qualcuno non era d'accordo.