Tre fratelli in mezzo al mare
Agenzie e mezzi di informazione, ieri, hanno dato notizia di tre fratelli tratti in salvo nel Mediterraneo dalla nave "Aquarius" della Ong Sos Mediterranee. Le anomalie immediatamente notate sono che si tratta di libici, e che il più giovane tra loro, che ha tra i 13 e i 14 anni, ha una flebo attaccata al braccio. L'approfondimento, poi, rivelerà che due fratelli hanno rischiato la vita, tentando la traversata verso l'Italia con un'imbarcazione di fortuna e 200 litri di benzina, per salvare il fratello più piccolo, cui era stata diagnosticata la leucemia e per il quale negli ospedali di Tripoli non c'era più niente da fare. Ne ha dato notizia la stessa Ong con un tweet: "Salvataggio nel mezzo della notte di tre persone alla deriva in alto mare, Allah di 14 anni malato di leucemia e i suoi 2 fratelli. Come deve essere la Libia e come si deve vivere lì se l'unica speranza di un bambino malato è la fuga in mare? E l'Europa continua a nutrire quell'inferno... Reagiamo!". Ciò che non viene detto, ma che è facile desumere, è che gli stessi medici di un ospedale abbiano dovuto prendere accordi con le mafie dei trasporti clandestini e con i guardiacoste e che, data la situazione, abbiano trovato del tutto normale indicare quell'unica via per tentare di salvare la vita a quel ragazzino. Insomma, quel piccolo episodio avvenuto in mezzo al mare è lo specchio fedele della barbarie che stiamo vivendo e della disumanizzazione in corso. Se i governi non intendono salvarci da tutto questo. Che ci pensi Dio.