Primavera
Che sia davvero giorno di primavera quello in cui le lacrime dei familiari delle vittime di mafie possano irrigare un nuovo futuro finalmente libero e affrancato dal potere criminale. Che significa non solo la sconfitta e la scomparsa di clan, cosche e famiglie a delinquere, ma anche il diradarsi nell'aria di quella mentalità corrente che indugia di fronte al favore da ottenere tramite scorciatoia ed amicizia potente, ammiccamento all'illecito ampiamente tollerato e trasformato “miracolosamente” in lecito con un condono, con una scappatoia del commercialista scaltro, con il gioco di prestigio dei manovratori insipienti della cosa pubblica. Perché ogni anno il 21 marzo celebriamo il dolore e la speranza, la morte e la vita personale e collettiva, la memoria ma anche il futuro. Il 21 marzo è giorno di una memoria che vorremmo incisa a fuoco nella coscienza di cittadini che scelgono di partire da qui. Perché alla vita e ai destini di questo Paese non si contribuisce solo inserendo una scheda nell'urna, ma anche memoriando e condividendo e seminando e lottando. Non è che la misera caparra che versiamo nel tentativo di saldare il debito contratto con chi ha già pagato il prezzo più alto.