Mons. Juan Gerardi vent'anni dopo
Vent'anni fa, in Guatemala, veniva ucciso Mons. Juan Gerardi, vescovo ausiliare della capitale e coordinatore del monumentale lavoro di recupero della memoria storica degli anni dei massacri in quel Paese. Era il 26 aprile 1998 ed erano passate poco più di 48 ore dalla presentazione di quel rapporto in cui, sotto il titolo di “Nunca màs”, Gerardi aveva presentato all'opinione pubblica guatemalteca il rapporto REMHI – Recuperaciòn de la Memoria Historica. I quattro tomi avevano i seguenti titoli: Conseguenza della violenza; I meccanismi del terrore; Il contesto storico; Le vittime del conflitto. Mons. Gerardi e la sua coraggiosissima equipe di lavoro non si era limitata a una scrupolosa ricostruzione di tante vicende in cui, anche in località remote, villaggi sperduti, comunità di contadini, i militari del regime avevano perpetrato violenze atroci causando sofferenze, lutti, distruzioni. Gerardi aveva raccolto un elenco dettagliato delle vittime e nello stesso tempo anche di testimonianze in cui c'erano i nomi e i cognomi dei responsabili. Juan Gerardi ha amato la verità e ha preteso la giustizia in nome delle vittime. A un anno di distanza dal suo assassinio brutale, mi recai in Guatemala insieme ad alcuni amici di Pax Christi e, tra le altre cose, partecipammo a una manifestazione pubblica in ricordo di quel vescovo. Era la prima volta, dopo molti anni, che la gente ritornava ad affollare le strade della capitale. Ad aprire il corteo di migliaia di persone, uno striscione: La sangre de los martires es semilla de vida nueva – Il sangue dei martiri è seme di vita nuova. In questi venti anni abbiamo continuato ad accompagnare e sostenere il lavoro dell'Ufficio Diocesano per i Diritti Umani creato da Mons. Gerardi e oggi gli rendiamo omaggio con la memoria, con l'impegno e con la preghiera.