Purché gli interessi siano salvi
Confesso: personalmente non sono riuscito a fare un'analisi seria e dettagliata del "contratto di governo" che è stato varato dall'alleanza Salvini-Di Maio. Forse mi sono lasciato influenzare dall'accezione di 'contratto' che per me ha significato quasi esclusivamente economico, oppure dall'enorme distanza che segna le mie posizioni su alcune questioni (immigrazione, difesa fai-da-te, fisco e tassazioni etc.). Ma a preoccuparmi oltre misura è quanto viene affermato circa la politica estera e di difesa. Nel primo caso nella redazione originaria si leggeva: "L’impegno è realizzare una politica estera che si basi sulla centralità
dell'interesse nazionale e sul principio di non ingerenza negli affari interni dei singoli Stati". Nella seconda redazione vi è stata una piccola correzione cancellando la frase: "e sul principio di non ingerenza negli affari interni dei singoli Stati". A me francamente preoccupa una politica estera tutta incentrata (centralità) sull'immediato interesse nazionale che immagino prevalentemente economico. Questo comporta che potranno violare i diritti umani in giro per il mondo, farsi guerra e causare morte e distruzione, ma se non toccano i nostri interessi, la cosa non ci riguarda. Ovvero che se una nazione con la quale abbiamo in corso scambi commerciali vantaggiosi si macchia di violazioni di libertà e diritti al suo interno, noi chiudiamo gli occhi. Oppure che se qualcuno tocca il nostro "interesse nazionale" siamo disposti a fargli guerra. Insomma, ancora una volta "pecunia non olet". E qualcuno dirà che è sempre stato così e che i gialloverdi hanno soltanto la spudoratezza di dirlo ad alta voce ovvero di scriverlo nero su bianco. E qualcun altro penserà che tutta questa sincerità va riconosciuta e premiata. Mah!