La lezione colombiana
Mentre ricorre oggi il 44° anniversario della strage di Piazza della Loggia a Brescia (e faremmo bene a non dimenticarlo mai) e gli occhi di tutti sono rivolti al Colle più alto per ringraziarlo o per oltraggiarlo, è in Colombia che si celebra una vera novità. E non tanto perché il primo turno delle presidenziali ha rimandato al ballottaggio Iván Duque, il candidato della destra più intransigente, e Gustavo Petro, uno dei tre candidati della sinistra, quanto piuttosto perché per la prima volta, dopo 50 anni, le elezioni si sono svolte senza alcun “incidente” significativo. Era anche la prima volta degli ex guerriglieri che si sono presentati alle urne con la stessa sigla, FARC (Forze Armate Rivoluzionarie di Colombia) ma con un diverso significato: Forza Autonoma Rivoluzionaria del (bene) Comune. Insomma una prova di pace. È una lieta notizia non solo per chi ama quel Paese ma anche per chi ama la pace, appunto. Un messaggio di speranza che dice di non rassegnarsi mai al presente e che c'è sempre un colpo d'ala della storia a spingere avanti il cammino dei popoli. In questa giornata convulsa e confusa sia di buon auspicio anche per l'Italia.