Il doloroso “mistero” di Ilaria e Hrovatin

8 giugno 2018 - Tonio Dell'Olio

Questa mattina, presso il tribunale di Roma, il giudice Andrea Fanelli dovrà decidere se continuare a indagare sulla morte di Iaria Alpi e Miran Hrovatin o accettare la richiesta di archiviazione della Procura. Per questo sono tante le associazioni che partecipano al sit-in organizzato a Piazzale Clodio per chiedere di non rassegnarsi e piuttosto di continuare a fare luce sul caso che, non soltanto riguarda l'uccisione di due giornalisti, quanto il giro sporco di corruzione e illecito che molto probabilmente tocca membri delle istituzioni del nostro Paese. Verso Ilaria e Miran abbiamo contratto un debito di verità e di giustizia, e dobbiamo saldarlo per loro, per le loro famiglie, per i colleghi, per la libertà di informazione. Ma ciò a cui tutti non possiamo rassegnarci è il fatto che nel nostro Paese la legge non sia uguale per tutti e che i misteri restino tali per anni e anni e che qualcuno possa arrivare a dire “che tanto è sempre stato così” e che non cambierà mai niente. Non so se esistano dei coefficienti o dei criteri per misurare il grado di civilizzazione di una nazione: la scomparsa del vocabolo “mistero” dal dizionario giornalistico e giudiziario è sicuramente un fattore determinante. 

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