L'energia del Papa

11 giugno 2018 - Tonio Dell'Olio

Nel discorso che Papa Francesco ha rivolto ai “dirigenti delle principali imprese del settore petrolifero, del gas naturale e di altre attività imprenditoriali collegate all'energia” ha mostrato con tutta evidenza cos'è la parresia, ovvero il parlare con franchezza ispirata, senza compromessi e senza sconti. Ha detto ciò che andava detto. Tra l'altro: “La qualità dell’aria, il livello dei mari, la consistenza delle riserve d’acqua dolce, il clima e l’equilibrio di delicati ecosistemi, non possono non risentire delle modalità con cui gli esseri umani colmano la loro “sete” di energia, purtroppo con pesanti diseguaglianze. Per saziare tale “sete” non è lecito aumentare la vera sete di acqua, o la povertà o l’esclusione sociale. La necessità di avere a disposizione quantità crescenti di energia per il funzionamento delle macchine non può essere soddisfatta al prezzo di avvelenare l’aria che respiriamo. Il bisogno di occupare spazi per le attività umane non può realizzarsi in modo da mettere in serio pericolo l’esistenza della nostra e delle altre specie di esseri viventi sulla Terra. È un «falso presupposto che esista una quantità illimitata di energia e di mezzi utilizzabili, che la loro immediata rigenerazione sia possibile e che gli effetti negativi delle manipolazioni della natura possano essere facilmente assorbiti»” (Lett. Enc. Laudato si’, 106).

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