Il disumano ragionevole

18 giugno 2018 - Tonio Dell'Olio

Nel girone delle atrocità possibili, non so quale posto occupi la separazione forzata di un bambino dai propri genitori, ma immagino che si contenda la cima della classifica. Eppure, è ciò che avviene “legalmente” al confine tra Messico e USA. Il portavoce del dipartimento della sicurezza interna, Jonathan Hoffman, dell'amministrazione Trump, riferisce che, dal 19 aprile allo scorso 31 maggio, sono stati 1995 i bambini separati da 1940 adulti, con i quali avevano attraversato il confine. Qui in Cittadella di Assisi abbiamo preparato il Corso di studi del prossimo agosto che avrà come titolo: L'umano alla prova. Ebbene, abbiamo pensato di dedicare una sessione dei lavori a riflettere su una categoria che sembra trovare oggi qualche consenso anche in sedi autorevoli e in alcune correnti di pensiero: “il disumano ragionevole”. Si tratta di pratiche disumane che vengono ritenute accettabili o inevitabili alla luce di una ragion di Stato o di un “bene” superiore da preservare o di una politica da perseguire. Per noi tutto questo è disumano e basta. E considero disumano anche che non ci sia un grido di umanità a chiedere al presidente USA di restituire immediatamente i figli ai propri genitori. Inaudito.

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