Dal carcere di Saluzzo alla cittadinanza
Un gruppo di detenuti del carcere di Saluzzo hanno preso l'impegno di scrivere una lettera aperta alla cittadinanza in prossimità dell'8 settembre. Hanno cominciato quest'anno e sperano di rimanervi fedeli anche se dovessero esserci altri al loro posto perché trasferiti, messi in libertà o altro. Di seguito uno stralcio della lettera: “Perché scrivere una lettera aperta alla cittadinanza? Semplicemente per esprimere a tutti voi che vivete al di là delle mura, donne e uomini liberi, un pensiero che abbiamo fatto nostro in questi anni di detenzione, di silenzio, di riflessioni. Un pensiero che vuole essere un consiglio soprattutto rivolto ai giovani, il seguente: “non fatevi mai giustizia da soli”.
Ecco, ci tenevamo a dirlo che occorre resistere con ogni mezzo alla tentazione di farsi giustizia da soli. È l’errore che molti di noi hanno commesso. Ci teniamo ad affermare questo principio di cui ora siamo davvero consapevoli. Malgrado a volte lo Stato e le Istituzioni siano assenti, spesso latitanti, a volte ottuse e impietose, a volte arroganti e prepotenti quanto lo siamo stati noi in passato, malgrado questo, profondamente sentiamo di poter affermare: “non fatevi mai giustizia da soli, perché potreste scoprire un giorno che quella non era giustizia”. Noi abbiamo sbagliato e stiamo scontando la nostra pena. A coloro che ancora non hanno sbagliato, a coloro che sono giunti al confine con l’errore, a coloro che pensano che non sbaglieranno mai, auguriamo di prendere in considerazione l’idea che noi, e la nostra esperienza, possiamo essere una risorsa e non un rifiuto. E che anche noi siamo uno spicchio di quella stessa cittadinanza di cui tutti facciamo parte. E che un mondo migliore non solo lo desiderano coloro che vivono liberi, ma anche coloro che vivono rinchiusi tra le mura di un carcere.