Le dimenticanze del DEF
Devo ammetterlo: non sono ancora riuscito a leggere nel dettaglio il Documento di economia e finanza varato dal Governo e approvato dal Parlamento. Ho solo letto i commenti e ascoltato le diverse opinioni. Non vi nascondo un aspetto che mi amareggia e su cui finora non ho intercettato alcuna nota critica. Mi riferisco all' "aiutamoli a casa loro", cavallo di battaglia di Matteo Salvini e della sua parte politica su migrazioni e dintorni. Era un aspetto che guardavo con particolare interesse perché da sempre ritengo che un modo radicale di affrontare il fenomeno sia di garantire pace nelle aree da cui si fugge per la guerra, il rispetto dei diritti umani nelle nazioni in cui questi vengono pesantemente violati e giustizia economica in quei Paesi in cui le risorse ci sono (e sono anche abbondanti) ma vengono sfruttate dalle multinazionali che migrano all'incontrario. Ebbene mi sarei aspettato una "manovra del popolo" a favore dei "popoli" costretti ad abbandonare case, famiglie, tradizioni, progetti di vita... Al contrario non mi sembra che si sia scritto nero su bianco che almeno l'elemosina della cooperazione internazionale aumenterà a favore di chi attende d'essere aiutato seriamente a casa propria. Eppure al n. 12 del Contratto di governo si leggeva: "In un contesto globale è necessario adoperarsi affinché siano resi trasparenti i flussi degli investimenti internazionali e il finanziamento dei fondi alla cooperazione. Occorre bloccare la vendita di armi ai Paesi in conflitto, prevenire e contrastare il terrorismo internazionale anche di matrice islamista". Leggerò più attentamente.