Il coraggio delle fedi
C'è anche il coraggio a unire le fedi. Anzi forse sarebbe meglio dire che c'è “soprattutto” il coraggio a unire le fedi. Perché se si è mostrata coraggiosa Asia Naurīn Bibi, una donna esile e solo apparentemente fragile, lo sono stati sicuramente anche i giudici della Corte Suprema del Pakistan che domenica scorsa hanno emesso la sentenza di innocenza. Saqib Nisar, il giudice a cui è toccato rendere pubblica la decisione della Corte, oggi è in pericolo di vita tanto quanto Asia. Da musulmano, nella sentenza ha voluto ricordare che "la tolleranza è il principio fondamentale dell'Islam" che il Corano condanna l'ingiustizia e l'oppressione. Ecco perché sarebbe giusto e bello oggi gridare al mondo intero che la convivenza tra fedi diverse è possibile e che la sola blasfemia è quella contro la vita delle persone. Per grazia di Dio non siamo al livello delle condanne a morte ma mi preme ricordare che il vignettista Staino nei giorni scorsi ha dovuto abbandonare la sua collaborazione con il quotidiano Avvenire perché alcuni sedicenti cattolici “molto zelanti” lo avevano attaccato, ingiuriato e accusato di... blasfemia. L'integralismo fondamentalista colpisce trasversalmente e miete vittime in ogni angolo del mondo in cui trova imbecilli in cerca di identità e sicurezze apparenti. La verità è che nessun uomo deve poter pensare di condannare a morte qualcuno, in nessuna forma, e tanto meno servendosi di Dio.