Antisemitismo giallo
Se il clima, il linguaggio, i pensieri sono di odio, non v'è dubbio che il rischio che la contrapposizione, sprezzante e violenta, salti la staccionata di Facebook per contaminare la protesta sociale e accompagnarsi ai gilet di ogni colore. Permettetemi un pensiero di gratitudine verso Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma, che vigilando sapientemente sui tentativi di rigurgito antisemita, ha duramente condannato l'aggressione riservata da alcuni attivisti dei “gilet gialli” nei confronti del filosofo francese Alain Finkielkraut. Ma ancora di più la Dureghello ha condannato i silenzi della politica che hanno avvolto l'episodio. E non vi sembri eccessivo o fuori luogo se dico che anche i campi di concentramento sono stati costruiti mattone dopo mattone. Anche i lager in cui furono uccisi i genitori di Alain Finkielkraut. E allora non lasciamo Ruth Dureghello da sola a vigilare sui rigurgiti dell'odio e allontaniamo dalle nostre coscienze il pensiero che la questione riguardi solo gli ebrei. Riguarda tutti. Riguarda il destino di una civiltà costruita anche sul martirio insensato di persone perseguitate e trucidate solo per una questione etnica. E non possiamo dimenticarcene a nemmeno un mese dalla Giornata della memoria della Shoah.