Il prossimo secondo Fontana

25 febbraio 2019 - Tonio Dell'Olio

E per ultimo arrivò il ministro Fontana a spiegare esegeticamente l'amore del prossimo che è a fondamento delle politiche del suo partito. “Migranti? - ha detto il ministro alla famiglia e alla disabilità - Ci dicono che siamo cattivi cristiani. Però bisognerebbe anche guardare un po’ il catechismo. C’è un passaggio da tener conto: ‘ama il prossimo tuo’, cioè quello in tua prossimità. Quindi, prima di tutto cerchiamo di far star bene le nostre comunità”. Per la verità sia il catechismo che il Vangelo di Luca dicono esattamente il contrario di quel che afferma il ministro. Dopo aver raccontato la parabola del Buon Samaritano, Gesù risponde a colui che gli aveva posto la domanda: “Chi è il mio prossimo?”, “Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?”. Pertanto secondo Gesù Cristo (e quindi anche per il catechismo), il prossimo è quello a cui io mi faccio vicino e non semplicemente colui che mi capita attorno. Il prossimo non è tanto quello che ha bisogno quanto colui che gli si avvicina per aiutarlo. E meno male che il ministro non ha interpretato come in quella barzelletta in cui, a chi gli chiedeva l'elemosina o un aiuto, un pio cristiano rispondeva: “Mi spiace, io devo aiutare il prossimo e non te” e continuava a rimandare all'infinito al prossimo che gli avrebbe chiesto un soccorso. Consigliamo al ministro Fontana di ritornare al catechismo. E questa volta si scelga un catechista migliore che non appartenga al suo stesso partito.

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