Orti solidali in carcere
Ho sete di buone notizie che nutrano la speranza e mi facciano guardare con fiducia verso il futuro. Ho sete di cose semplici che abbraccino il bene portandosi sulle spalle il peso del mondo. È per questo che abbraccio anche quei poveri 150 metri quadrati di terreno dentro le mura del carcere di Brissogne (circa 200 detenuti) in Val d'Aosta dove otto detenuti coltivano orti per fornire di prodotti freschi e a filiera corta, l'emporio solidale “Quotidiamo” che è al servizio delle persone che fanno fatica ad apparecchiare la tavola a pranzo e a cena. E mi commuove sapere che pomodori, zucchine e lattughe possano passare dalle mani di chi prova a percorrere la strada del riscatto, a quelle degli ultimi lasciati indietro dalla corsa di questa economia del profitto selvaggio. E c'è anche una bella convergenza di forze solidali: l'Avcc-Associazione valdostana volontariato carcerario, la cooperativa agricola Mont-Fallére e la Compagnia di San Paolo che finanzia il progetto. E significa abbattere i muri del pregiudizio, stringere patti di amicizia e solidarietà, convertire la produzione al bene. Già, si chiamano “beni”, un motivo ci sarà!