La preghiera di Pillon

29 maggio 2019 - Tonio Dell'Olio

Senatore Pillon ho letto il suo post su Vittorio Zucconi: “Ho appreso la notizia della morte di Vittorio Zucconi. Prego per lui, perché al di là delle inutili e faziose celebrazioni di Repubblica, si salvi l’anima. Ora, dove si trova, vede tutto molto più chiaramente”. Detto con estrema franchezza non mi interessa la sua valutazione delle idee o della professionalità di un giornalista di razza come Zucconi, mi interessa, e per certi versi mi sconcerta, l'uso pubblico che lei fa della preghiera. La preghiera è cosa intima e personale che si riserva alle parole dell'anima che si rivolge al suo Signore. La salvezza di Zucconi, come la sua, per fortuna non è affare degli uomini e non le nascondo che salto di gioia nel sapere che alla fine dei miei giorni non sarò giudicato da lei ma dalla misericordia di Dio. Per il resto la preghiera non si ostenta. Così come non si ostentano i rosari se non per propaganda, e nemmeno i baci ai crocifissi. Sa, senatore, bastasse baciare Gesù per dirsi cristiano! Pensi che anche Giuda l'ha baciato, ma per tradirlo. Per quanto mi riguarda le confido che anch'io riservo parte della mia preghiera a coloro che ritengo nemici perché così ci ha insegnato Gesù Cristo: amate e pregate per i vostri nemici. Ma non ha aggiunto di scrivere post propagandistici, piuttosto ha condannato chi esibisce preghiera e digiuni. Al contrario ha indicato il segreto della propria stanza come luogo ideale per la preghiera. Infine le chiedo una preghiera anche per me (e non solo per la mia anima) ma senza il bisogno che lo faccia sapere in giro.

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