Sognando un continente neutrale
Un continente neutrale impiega diversamente le risorse: poiché pratica il disarmo unilaterale, deve avere un contestuale progetto di riconversione dell’industria degli armamenti. È probabile che una buona parte potrà essere non troppo difficilmente riconvertita in un programma diffuso di Protezione civile, non intesa solo come intervento durante o dopo le calamità (peraltro il mutamento del clima rende necessario anche questo tipo di operazioni di emergenza), ma soprattutto a prevenire le sciagure con un attento controllo sulla pericolosità degli insediamenti in zone franose o soggette a valanghe, nelle golene dei fiumi, per l’eccesso di cementificazione stradale ecc. ecc.. Molti mezzi pesanti e cingolati dell’esercito potranno essere riconvertiti per avere un programma europeo di governo del territorio contro incendi, desertificazione, per un uso corretto di parchi, conservazione della flora e fauna di pianura collina montagna laghi fiumi e mari; riconversione a uso pacifico di aree militari e fabbricati dell’esercito marina aviazione dismessi ecc.. Si prospetta un intero ciclo di lavori utili. E di spazi recuperati a usi pacifici di relax, sport, attività fisiche ecc. ecc..
Inoltre il continente neutrale avrà un servizio civile per sopperire ai bisogni non soddisfatti dal mercato e non assumibili direttamente dalla mano pubblica per il loro carattere intermittente non redditizio ecc.. Il servizio civile può essere pensato come obbligatorio gratuito o remunerato o fatto valere come titolo per il mercato del lavoro, per l’accesso a studi superiori o specialistici; però non deve essere sostitutivo di lavori regolarmente organizzabili dal mercato del lavoro né da erogare al posto di diritti riconosciuti dagli stati o dal continente stesso (sanità scuola pensioni servizi sociali ricerca trasporti viabilità). Alcuni sostengono che un programma di servizio civile obbligatorio si configurerebbe come schiavitù (lavoro non pagato): con una legge si potrebbe sanare la questione, includendo naturalmente anche il lavoro domestico e di cura erogato gratuitamente da sempre dalle donne, “schiave” secondo questa teoria. A me va bene.
Infine un addestramento di difesa popolare nonviolenta e non armata è pure da prevedere e da organizzare.
Poiché sappiamo che la questione energetica è fonte e causa di conflitti e ormai le guerre si fanno per il petrolio, -come all’inizio del secolo scorso per l’energia idroelettrica (questa è la vera ragione del confine al Brennero per l’Italia nel 1918)- una buona quota delle risorse tolte agli armamenti sarà destinata alla ricerca e sperimentazione di produzione di energie pulite e in particolare -per il traffico- di motori a idrogeno.
Sul terreno dei rapporti internazionali il continente europeo una volta unificato in forma di stato continentale (Unione Europea ) avrebbe titolo per chiedere l’ammissione alle N.U. e con il peso della sua storia potrebbe avviare una riforma delle stesse: tra l’altro per cancellare i residui della seconda guerra mondiale che ne inficiamo l’efficacia, ne minano l’autorevolezza, e conservano traccia del potere fondato sulle armi invece che sul diritto. Per questo si propone una riforma delle N.U. che rafforzi i poteri dell’assemblea, ammetta ad essa anche rappresentanze di organizzazioni non statali, renda il consiglio di sicurezza tutto a rotazione, tolga il diritto di veto ai vincitori della seconda guerra mondiale e lo trasferisca correttamente –secondo l’origine dell’istituto del diritto di veto- dai potenti ai deboli, cioè dai vincitori ai paesi impoveriti. Inoltre dalle N.U. prende avvio- dopo questa riforma- anche l’istituzione del tribunale internazionale per i crimini contro l’umanità (guerra e terrorismo), di una apposita magistratura e polizia internazionale.