Credere
Voglio una fede nuda. Elevata all'essenziale che per me si chiama Gesù Cristo. Una fede che non viva la vanitosa competizione con le altre fedi ma che piuttosto le guardi con l'ammirazione del cercatore di sapienze antiche e di sguardi aperti. Voglio una fede che non richieda sacrifici umani. Di nessun genere. Una fede che liberi. Tutto il contrario dell'oppio che fa perdere coscienza e libertà e piuttosto aiuti ad aprire gli occhi sulla vita. È una fede che si liberi delle crociate, dei fondamentalismi e della violenza di ogni genere e sia capace di abbracciare. Che riconosca nel proprio fratello l'immagine del suo Dio e che per nessuna ragione al mondo discrimini, emargini, escluda. Piuttosto una fede che aiuti a rimettere in piedi la gente, quelli che soffrono, gli ammalati e gli impoveriti. Una fede che celebri le liturgie della vita soprattutto fuori dal tempio, nella condivisione semplice e nell'amicizia autentica. Voglio una fede che si comunica con gesti trasparenti e comprensibili in ogni epoca e in ogni angolo del pianeta e non nella predicazione di verità che presumono d'essere eterne, sempre uguali, in ogni epoca e in ogni angolo del pianeta. Una fede complice della felicità degli uomini e delle donne e di ogni essere vivente. Che sappia accogliere. Sempre. Tutti. Capace di spargere il buon profumo del pane e la bella allegria del vino. Di danzare con la pioggia e di distendersi al sole. Di amare l'amore.