Se una nuova generazione

30 settembre 2019 - Tonio Dell'Olio

Se una nuova generazione si sveglia e protesta e ci urla dritto in faccia che abbiamo sbagliato, c'è speranza. Se una nuova generazione ci dice che non si è trattato di un errore di ortografia ma che siamo andati proprio fuori tema perseguendo un modello di sviluppo insostenibile dalle spalle fragili del pianeta e che ora siamo sull'orlo della catastrofe, significa che quella generazione ha compreso più e meglio dei propri padri l'emergenza climatica. D'altra parte saranno proprio loro a fare i conti con le conseguenze prodotte ai danni di un pianeta che stiamo rendendo inospitale. E ciò che più conta, questi adolescenti non si sentono né succubi e nemmeno in imbarazzo di fronte ad autorità e istituzioni, ovvero a quel mondo degli adulti che proverebbe a raggirarli con argomenti plausibili ma falsi. Se una nuova generazione chiede fatti, noi non possiamo continuare a disquisire e dissertare sulle ragioni dei cambiamenti climatici e sull'impossibilità della riduzione delle emissioni nocive se vogliamo cambiare i nostri standard. Se una nuova generazione ci parla con i fatti: dei ghiacciai che si sciolgono, dei mari che coprono le isole e dell'aria che non si può respirare, non possiamo continuare a negare o a fare affidamento sulla scienza e sulla tecnica che ci tireranno fuori dai guai. Se una nuova generazione ci chiede d'essere onesti, ammettiamo almeno i nostri errori e impegniamoci a cambiare.

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