Il Papa è in pericolo
La puntata di Report su “La fabbrica della paura” ci dà conto di alcune verità emerse sulla trattativa che puntava ad alimentare le casse della Lega e di alcuni suoi esponenti con tangenti sulla compravendita di partite di petrolio russo. Ma, a dire di Sigfrido Ranucci, conduttore della trasmissione, il mosaico è molto più ampio e complesso e mette in evidenza come forze ultrareazionarie e potenti lobby finanziarie “hanno messo in campo fiumi di denaro (rubli e dollari) per alimentare una fabbrica della paura finalizzata a fare implodere la Comunità Europea e a mettere in crisi il papato di Bergoglio”. Poi la trasmissione si concentra solo sulla prima di queste finalità, ma anche da altre inchieste giornalistiche noi sappiamo che il contrasto al pontificato di Francesco è continuo, pesante, organizzatissimo e raffinato. Molto al di là della nostra stessa immaginazione. Un sistema collaudato nelle elezioni presidenziali statunitensi ma che si avvale di “competenze” internazionali nella capacità di scandagliare la vita delle persone, nella costruzione di prove inconfutabili, nella fabbricazione di crisi finanziarie, nel “dossieraggio” di vario genere, nelle infiltrazioni di organismi chiave, nel tendere tranelli con mille stratagemmi. Insomma quando Papa Francesco chiede di ricordarlo nella preghiera, ne ha motivo.