Il parto di Taranto
Mi piace leggere i dolorosi fatti dell'ex Ilva di Taranto non come una crisi drammatica che rischia di segnare il tracollo di un'intera economia, ma piuttosto come le doglie di un parto. Mi piace pensare che quella crisi sbocchi nella nascita di un tempo nuovo, che segni l'inizio di un modello alternativo di economia in cui l'occupazione non sia più contrapposta alla salute degli operai e delle loro famiglie, dove il diritto al lavoro si unisca intimamente all'altro imprescindibile diritto alla “preservazione dell'ambiente che ci preserva”. Si tratta di un passaggio difficile perché prevede costi e cambiamenti radicali, non solo nelle strutture di cemento e nei cicli di produzione, ma anche nelle strutture mentali e nei cicli di pensiero. Governo, imprese e rappresentanze sindacali hanno il dovere di chiudersi a doppia mandata nella sala parto dove si deve generare un pezzo di mondo nuovo. E noi speriamo tanto di ascoltarne i primi vagiti!