Grazie Alex
Sono francamente esterrefatto della polemica che si è scatenata attorno alle affermazioni del nostro direttore (Mosaico di pace) Alex Zanotelli. Giriamo su una tale giostra mediatica che soprattutto i politici sembra non aspettino altro che poter conquistare due righe su un sito che a sua volta si duplica come un pericoloso batterio su mille altre pagine online e sui social. Alex Zanotelli non ha affermato altro che ciò che la dottrina e la tradizione della Chiesa sostengono da secoli: il martirio è un'altra cosa e non è categoria che possa essere utilizzata strumentalmente per i militari che hanno perso la vita nel corso delle loro missioni. Se Salvini - come ha detto - scriverà in Vaticano, la Congregazione per la Dottrina della fede glielo ribadirà. Se non scrive, si risparmia una brutta figura. Persino il generale Dino Tricarico, che fu capo di Stato maggiore dell'Aeronautica lo ha detto: “Non ci sono né martiri né eroi, nei migliori auspici possiamo contare su professionisti seri che fanno il loro dovere”. Riguardo poi ai fini reali per i quali furono sacrificate quelle vite umane, la storia ha provveduto a diradare ogni nube e ogni falsa prova costruita a tavolino. Nel tempo ci sono stati capi di Stato, figure di spicco della politica internazionale e analisti che hanno concluso che i nostri interessi in Iraq non erano certamente quelli di difendere i diritti umani. Fosse così, saremmo impegnati ogni giorno su mille fronti di guerra nel mondo. Se gli Usa e i suoi alleati scelsero di scatenare la “Guerra del Golfo” è soltanto perché quel sottosuolo, a differenza di altri, è impregnato di petrolio. E nessuno si azzardi a dire che Alex abbia mancato di rispetto a quelle vittime! Chiunque lo conosce sa della sua sensibilità e della solidarietà col dolore. Anzi, lui e i nonviolenti hanno rispettato le vittime (tutte) di quel conflitto sicuramente di più di chi le ha mandate a morire.