Un abbraccio in più a Nilde Iotti
Cosa non si fa per vendere qualche copia in più. Nel tempo della crisi dei giornali cartacei sembra che il quotidiano che parla bergamasco voglia vincere una gara senza scrupoli e senza esclusione di colpi che nessuno ha mai indetto e a cui gli altri organi di informazione – per fortuna – non sembrano essersi iscritti. E spero che con queste righe non partecipi al gioco calcolato di scandalo e morbosità che si sedimenta negli animi di ciascuno di noi. E allora facciamo un patto: non andate a visitare il sito di quel giornale e nemmeno il suo account sui social-network. Se non lo sapete, vi dico quel che ha scritto su Nilde Iotti e così, soddisfate la vostra curiosità, senza accrescere il numero di visitatori e indignandovi anche voi. A seguito della fiction televisiva prodotta e programmata dalla Rai a vent'anni dalla scomparsa di Nilde Iotti, quel giornale scriveva: “Era facile amarla perché era una bella emiliana simpatica e prosperosa come solo sanno essere le donne emiliane. Grande in cucina e grande a letto. Il massimo che in Emilia si chiede a una donna”. La maggior parte dei commenti bolla quelle espressioni come sessiste e offensive nei confronti dell'ex partigiana e sensibile servitrice dello Stato. Io dico che ad essere offesi sono intanto tutti gli emiliani e quei 3.684.000 spettatori che come me hanno seguito il programma e, in alcuni casi, si sono pure commossi ringraziando il cielo di aver donato a questo Paese persone a cui dobbiamo un abbraccio. Se siamo cittadini democratici intelligenti e sensibili. Beninteso al maschile e al femminile.