L'esempio di Davide
Ci sono delle volte in cui, con orgoglio, mi ritrovo a dire: “Vedi? Lui è un mio amico”. Parlando di Davide Mattiello mi piace dire che, prima che essere il co-fondatore di Acmos e di Benvenuti in Italia a Torino, prima che aver condiviso per qualche anno l'ufficio di presidenza di Libera e aver animato i presìdi dell'antimafia sociale, prima che essere stato deputato indipendente nel PD nella scorsa legislatura e attualmente consulente della Commissione parlamentare antimafia, è amico mio. Dal 20 gennaio lo dico con un orgoglio ancora più grande perché in quella data Davide ha firmato un contratto di lavoro con la Coop. Arcobaleno che, nell'ambito del progetto Cartesio, da anni a Torino si occupa della raccolta di carta e cartone. Le mansioni del suo contratto sono di autista-raccoglitore. “Sentivo l'esigenza di ritornare all'intelligenza delle mani e degli occhi, il bisogno di non smarrire quel collegamento indispensabile con le periferie in carne ed ossa, sentivo di essermi perso dietro le narr-azioni che sono fatte di parole e sono passato alle azioni – mi dice sorridendo al telefono”. E penso che l'Italia e la politica sono anche questo. Non se ne può più di politici trombati che cercano affannosamente un anfratto segreto nel sottobosco politico dei consigli di amministrazione di enti pubblici. Basta con le scatole vuote create ad hoc per una collocazione-salvagente per il collega di partito. E se riprendessero a lavorare? Semplicemente a lavorare. Come tutti. Sapendo che già questo, oggi, rappresenta un privilegio. E siccome non è così consueto che gli ex sappiano cogliere e apprezzare la bellezza del lavoro che è pilastro della nostra Carta, grazie Davide.