La vita nel tempo di una crisi pandemica globale

26 marzo 2020 - Mons. Marc Stenger (Co-Presidente di Pax Christi)

In questo momento speciale, la Segreteria internazionale di Pax Christi e i nostri membri sparsi per il mondo stanno pregando per una pacifica e giusta fine dell’attuale crisi che coinvolge tutto il pianeta. Mons. Marc Stenger (Troyes, Frances), vescovo presidente di Pax Christi International, ci ricorda che in “Laudato Sì”, papa Francesco ci propone un eccellente percorso verso un nuovo stile di vita.

 

Possiamo constatare che la pandemia legata alla diffusione del Coronavirus sta avendo un forte impatto su diversi aspetti riguardanti la coesistenza umana e, per questo, riguarda anche Pax Christi e la dottrina sociale della Chiesa cattolica. Molti già pensano a ciò che accadrà dopo la pandemia, quando tutto tornerà come prima, quando godremo di ciò che abbiamo dovuto rimandare, e ciò è comprensibile. Ma è probabile (e si spera) che, dopo questa esperienza, nulla tornerà al suo stato originale. Dobbiamo tutti riflettere su cosa accadrà dopo il Coronavirus e non preoccuparci esclusivamente del nostro ritorno alla quotidianità. 

La pandemia non è solo un’emergenza sanitaria. Colpisce e spezza le strutture sociali e pone l’attenzione sulle tante debolezze del nostro modo di vivere. L’enorme dedizione degli operatori sanitari non può nascondere il nostro essere arrivati impreparati ad affrontare una tempesta così forte. Possiamo misurare i limiti del nostro sistema economico finora basato interamente sulla ricerca del profitto, anche al costo di interrompere gli scambi commerciali, quando sarebbe stato importante in questo momento mantenere scambi fluidi e coordinati. Un esempio su tutti: il “collo di bottiglia” nella produzione e fornitura di mascherine, a cui la Cina sta compensando in questo momento. Notiamo ora la solidità della critica che “Laudato Sì” ha mosso contro una società ed un sistema che danno priorità ad interessi particolari piuttosto che al bene comune.

Bisogna seriamente interrogarsi sulla relazione tra gli uomini e la natura. Una forma di “naturalismo” ci ha fatto dimenticare che “tutto è collegato”, che non dobbiamo preoccuparci esclusivamente della natura ma anche dell’umanità, che non salveremo l’una senza salvare l’altra, che è necessario salvare la vita degli uomini e non perdersi in pratiche che mostrano disinteresse verso il valore della vita umana. Se la crisi non ci porta a un esame di coscienza approfondito sul rispetto reciproco, sull’implementazione delle relazioni a tutti i livelli, basata non sulla violenza ma su dialogo e nonviolenza, questa crisi non ci porterà verso nulla di nuovo. Per evitare ciò, dobbiamo porci delle domande su una globalizzazione che favorisce i potenti e porta ingiustizia, sulle scelte di compiere violenze nel fallace pretesto della sicurezza. Stiamo assistendo alla riconsiderazione dei modelli universali. Infine, dobbiamo rivisitare anche il posto dato alla spiritualità, in risposta all’umana pretesa di “autoreferenzialità”, citando papa Francesco. 

Il 20 marzo si è celebrato il settimo anniversario del suo pontificato. Durante questi sette anni, le sue parole forti e la sua umiltà sono state un segno vivente del Vangelo in azione. In questa crisi che stiamo sperimentando c’è una voce che crede, che spera, che è piena di amore e consolazione per tutti, specialmente i più deboli. Lui chiede giustizia, il rispetto delle culture, il riconoscimento del valore di ogni individuo. E ci offre questo regalo monumentale, l’enciclica “Laudato Sì”, che potrebbe divenire sempre più lo Statuto dell’era post-Coronavirus.

 

Troviamo conforto in queste parole prescienti che S. Oscar Romero pronunciò l’8 Ottobre 1978:

“Benedetti siano coloro che sentono e vivono la crisi

e che la risolvono confidando nel Nostro Signore.

Sono davvero contento che proprio in questo momento di crisi

molti che erano addormentati si sono svegliati

e hanno finalmente iniziato a chiedersi

dove trovare la verità.

Cercatela.

S. Paolo ci mostra la via:

con la preghiera,

la riflessione,

apprezzando ciò che è buono.

Questi sono criteri magnifici.

Laddove c’è “quello che è vero,

nobile,

giusto,”

c’è Dio. [Filippesi 4:8]

Se, oltre a queste cose buone naturali,

c’è la grazia trovata,

la santità,

i sacramenti,

la gioia di una coscienza resa divina da Dio,

c’è Dio.”

 

Info: www.paxchristi.org

Traduzione dall’inglese a cura di Fabio Pesari

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