Il grembiule di Don Tonino
Di don Tonino Bello ammiro la genialità spirituale e profetica incomparabile. Solo per questo mi sono permesso di rispondere in maniera così infastidita al povero giornalista radiofonico che mi chiedeva: "Che cosa direbbe in questa situazione don Tonino?". Chi può dire – sostituendosi a un'altra persona – che cosa questa penserebbe, farebbe, direbbe? E se questo vale per chiunque, è ancora più profondamente vero per una personalità come quella di don Tonino che sparigliava le carte, sorprendeva, riusciva puntualmente ad osare oltre ogni previsione. Aveva pensieri e parole che tracimavano molto più in là della mediocrità e della sufficienza. E si trattava di intuizioni e ispirazioni che - azzardo pensare – avessero provenienza DOC, a "Denominazione di Origine Controllata". Erano "Made in cielo"! In questo ventisettesimo anniversario della sua Pasqua non abbiamo altro da dire che ringraziare Chi ce lo ha donato e, se l'abbiamo frequentata con profitto, accogliere il sapere del cuore appreso alla sua scuola. Tutto il resto è vanità. Nel vero senso del termine. È vanità citare frasi, ostentare somiglianze, paragoni, accostamenti e frequentazioni. Oggi, dopo 27 anni, è tempo più che maturo per rendere fecondi i segni e i di-segni, i sogni e i bi-sogni partoriti da una vita fatta servizio da quell'operaio del Vangelo. Insomma dobbiamo indossare il grembiule punto e basta. Anzi punto e a capo.