Il vaccino della solidarietà
Fase 2 o non fase 2 spero sia chiaro a tutti che il problema della circolazione del virus e dei danni che produce, non è superato. Grazie alla limitazione della circolazione delle persone e alla chiusura di alcune attività, si sono raggiunti risultati preziosi in termini di salute e di vite umane salvate. A detta di tutti coloro che sono competenti nella materia, l'unico rimedio è la scoperta del vaccino e la sua estensione universale. A questo punto tutti immaginiamo gli appetiti dei laboratori privati di ricerca e delle case farmaceutiche. Ma siamo consapevoli che chiunque continui a pensare di poter trarre quello straordinario vantaggio economico dimostra di non aver compreso la lezione dell'emergenza. Se il numero impressionante di morti e di contagiati non ha persuaso le nostre coscienze che il portafogli deve cedere il suo trono alla vita e alla solidarietà, come in un gioco da tavolo, ci tocca tornare al punto di partenza. Jonas Salk (1914-1995) è il biologo che inventò il primo vaccino contro la poliomielite che, negli anni '50 colpiva circa 20.000 persone all'anno (in prevalenza bambini) causando una paralisi permanente. Salk rinunciò a brevettare la sua invenzione per permettere che il vaccino potesse essere accessibile al più alto numero possibile di persone. Nei giorni scorsi Papa Francesco si è associato all'appello di più di 100 scienziati che in tutto il mondo hanno chiesto di varare immediatamente una norma internazionale che non consenta la proprietà dei vaccini. E questa norma è urgente almeno quanto il vaccino stesso. Se no ci toccherà mettere alla ricerca di un altro vaccino: quello della solidarietà.