Purificazione della memoria
È bastato l'abbattimento di un monumento a Bristol per scatenare la furia iconoclasta e sviluppare un dibattito sulla correttezza di decidere la rimozione di simboli con una sensibilità posticcia, ovvero maturata nel corso dei secoli. Non si può giudicare – si dice – con la sensibilità odierna ciò che oggi ci fa inorridire e che a quei tempi era assolutamente normale, plausibile e giustificato. Ma a me sembra che ancora una volta cadiamo nel vecchio vizio di giudicare la storia a partire dall'ombelico del mondo che pensiamo di essere noi. Noi occidentali, europei, noi Nord del mondo, noi nazioni colonizzatrici, noi padroni, forti e vincitori. Mi pare che a nessuno in questo dibattito sia mai passato per il cervello di chiedere agli africani cosa disquisissero sul tema dello schiavismo, sulle punizioni corporali, sulle torture e sull'essere giudicati subumani. In queste ore in Belgio si discute del giudizio storico sul cattolico re Leopoldo II. Per circa 13 anni il Congo non fu considerata colonia Belga ma proprietà personale del re che disponeva di un suo proprio esercito, la Force Publique, che "con la sensibilità storica dell'epoca", razziava, violentava, impiccava uomini, donne e bambini nelle campagne e raccoglieva ceste di mani mozzate ai raccoglitori di gomma che non avessero rispettato le quote di produzione fissate dal re. A volte succedeva che per ottenere compiacimento, scatti di carriera e prebende, i soldati mozzassero più mani del "dovuto". Ma che ci volete fare? Era lo spirito del tempo. Ora, vi prego, provate voi a convincere gli africani che sono stati vittime dello "spirito del tempo". A tal punto contavano poco, quegli africani, che non sono stati nemmeno contati e pertanto non si sa se in quei 13 anni ne sono stati uccisi 10 o 20 milioni. E pertanto l'operazione che si auspica al di là delle statue abbattute non è di revisionismo storico ma piuttosto di purificazione della memoria. E di riparazione con la sensibilità di oggi. Si spera.