La stupida banalità del razzismo
Solo in pochi, di anno in anno, si ricordano che il 14 luglio 1938 Il Giornale d'Italia pubblicava il Manifesto degli scienziati razzisti o Manifesto della razza firmato da alcuni scienziati italiani. Si sosteneva "scientificamente" l'esistenza di "una pura razza italiana" e che gli ebrei non vi appartenessero. Quelle affermazioni di fatto sancivano le leggi razziali che, promulgate poche settimane dopo, avrebbero causato persecuzione, sofferenza e morte di migliaia di cittadini italiani di origine ebraica. È un vero peccato che non ci si ricordi di questa data che diventa un monito per i legislatori, un esame di coscienza per il mondo scientifico e accademico e un messaggio per tutti i cittadini. Nonostante questo, non vorrei che si istituisse un'altra giornata, magari denominata dell'Unica razza umana, ma che nelle piazze e sulle spiagge, nelle strade e nei centri abitati, si organizzassero piuttosto feste con danze, cibi, profumi, suoni di tanti popoli diversi che abitano "il sacro suolo italico" e lo arricchiscono di cultura e di bellezza. Sarebbe un calcio alla stupida banalità del razzismo e il riconoscimento della bellezza della diversità.