Parlamentari uniti con i torturatori
La fase politica attuale è caratterizzata da una frammentazione spaventosa. Frammentato tutto l'arco costituzionale con una contrapposizione fatta di colpi bassi e parole spregevoli. Una frammentazione interna alla maggioranza dove le forze che la compongono non concordano praticamente su nulla, tant'è che ogni decisione ne esce frutto di un pessimo compromesso. Ma all'improvviso approda in Senato la discussione sul rinnovo del finanziamento alla cosiddetta Guardia costiera libica che fa il lavoro sporco di fermare, torturare, stuprare, affamare gli africani che pretendono di sopravvivere e ci minaccia favorendo il loro traghettamento in Italia e tutte le forze politiche sono "miracolosamente" concordi a votare favorevolmente. Tranne uno sparuto quanto trascurabile manipolo di dissidenti e un pavido gruppo politico che esce dall'aula, tutti compatti a trasferire i soldi dei contribuenti ai trafficanti nascosti sotto uniformi improbabili. Proprio mentre la foto di un uomo che da giorni presenta il suo corpo morto al capogiro dei social senza che vi sia una corvetta, un elicottero o un barcone che ne vada a raccogliere pietosamente le spoglie. Negli stessi giorni Sufien, un ragazzo figlio di migranti, si tuffa in un fiume di fango e detriti a Palermo per salvare un neonato che stava affogando con la sua mamma.