La sensibilità della mafia di prima
"Per lungo tempo si sono confuse la mafia e la mentalità mafiosa, la mafia come organizzazione illegale e la mafia come semplice modo di essere. Quale errore! Si può benissimo avere una mentalità mafiosa senza essere un criminale". Questa frase di Giovanni Falcone viene citata da Giovanni Paparcuri per commentare le incredibili affermazioni dell'ex senatrice della Lega, Angela Maraventano. "La nostra mafia ormai non ha più quella sensibilità e quel coraggio che aveva prima – ha detto a Catania nel corso della manifestazione di sostegno a Matteo Salvini –. Dove sono? Non esiste più. Perché noi la stiamo completamente eliminando... Perché nessuno ha più il coraggio di difendere il proprio territorio". Giustamente Paparcuri risponde con la citazione del magistrato ucciso a Capaci, del quale era stato per anni uno dei più stretti collaboratori. Lui conosce bene la mafia, anche quella di 'prima'. Era l'autista di Rocco Chinnici, l'inventore nel 1980 del 'pool antimafia' di Palermo, del quale facevano parte Falcone e Borsellino. E sa tutto della terribile violenza della mafia di 'prima'. È infatti l'unico sopravvissuto, con gravi menomazioni, della strage di via Pipitone, quando un'autobomba uccise Chinnici, il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi, l'appuntato Salvatore Bartolotta, componenti della scorta del magistrato, e il portiere dello stabile, Stefano Li Sacchi. Giovanni Paparcuri si salvò e con coraggio e determinazione fu il prezioso collaboratore di Falcone e Borsellino, in particolare per il maxiprocesso, che colpì duramente proprio la mafia di 'prima'. (A.M. Mira, Avvenire del 6/10/2020, p. 3)