Il soffitto degli ospedali
Quando si è distesi su un letto, peggio ancora se si è costretti a restarvici per una malattia, si è come obbligati a guardare in alto. Nei mesi scorsi, e ancora oggi, succede così a molti di coloro che sono risultati positivi al Covid 19 e hanno fatto l’amarissima esperienza del ricovero in una struttura ospedaliera, in corsia, in terapia intensiva. Quella rappresenta la cattedra più autorevole per parlare ai negazionisti e ai ciarlatani di ogni sfumatura e a coloro che "bisogna pensare innanzitutto all'economia del Paese". Per questa ragione anche leditoriale di questa mattina a firma di Massimo Giannini su La Stampa ha un valore indiscutibile. Ovviamente esprime pensieri e opinioni personali, mette in rilievo alcuni aspetti della crisi che viviamo e punta il dito verso qualcuno, ma merita rispetto perché sono parole scritte dopo aver guardato il soffitto di un reparto d'ospedale e, per cinque giorni, quello di una terapia intensiva. Con la media dell'età dei ricoveri che si abbassa: "A parte me, e un'altra decina di fortunati, - scrive Giannini - sono tutti in condizioni assai gravi: sedati, intubati, pronati. Bisognerebbe vedere, per capire cosa significa tutto questo". Ecco, non aspettiamo di vederlo, per capirlo.