Il colore del sangue
Se solo proviamo a sporgere la testa fuori dall'Europa, ci rendiamo conto che la violenza, purtroppo, è molto più diffusa di quello che immaginiamo e che il terrorismo continua a colpire maggiormente proprio fuori dal'Europa e soprattutto tra le popolazioni a maggioranza musulmana. L'attenzione posta da tutti i centri di comunicazione europei al brutale attacco di Vienna, ha fatto passare in secondo piano, se non derubricare, l'attacco avvenuto ieri nell'università di Kabul dove si calcola che 25 studenti sono rimasti uccisi e più di quaranta feriti. Chissà se qualcuno l'aveva saputo ma anche la settimana scorsa c'era stato un attacco in uno studentato della stessa città che aveva provocato 24 morti. E in Etiopia, nella regione degli Orono, ribelli armati hanno compiuto vere e proprie uccisioni di massa. Entrando nelle case, hanno costretto donne, uomini e bambini a uscire fino a condurli in una scuola dove li hanno massacrati. 54 morti. Ognuno con la sua storia e con i propri progetti di vita. Vittime che ci addolorano quanto quelle di Vienna e di Nizza se solo ne conoscessimo i fatti. Un giorno mentre ero in Congo un contadino si procurò un taglio sulla gamba che provvedemmo a disinfettare e fasciare. Il contadino, dopo avermi ringraziato, mi disse: "Non lo pensavi vero? Ho la pelle di un altro colore, appartengo a un'altra religione e sono di un'etnia che nemmeno conosci, eppure il mio sangue ha lo stesso colore del tuo".