Figli di madre sola
Nel vortice di discussioni che hanno accompagnato la proposta di nomina dell'On. Buttiglione a Commissario europeo per la Libertà e la Giustizia, discussioni in cui sono mescolate enigmaticamente e inopportunamente valutazioni ideologiche, politiche, personali, una delle pietre di scandalo è stata l'affermazione che i bambini di una madre sola sarebbero figli di una madre non molto buona. L'Onorevole parlava di politica e si rifaceva ad uno scrittore – Kagan, mi pare – che ravvisando nell'Europa la figlia di Venere (dea della bellezza e dell'amore) e nell'America, la figlia di Marte (il dio della guerra) concludeva che la figlia di una madre sola fosse la figlia di una cattiva mamma.
A parte dunque la convenienza della battuta e soprattutto il suo valore politico, rispondente alla convinzioni dell'Onorevole, mi permetterei fare presente che nell'antica mitologia Marte non era il legittimo sposo di Venere, bensì il suo amante. Lo sposo di Venere era Vulcano, la divinità del lavoro artigianale, fatto in una fucina del sottoterra (donde escono le fiamme dei…vulcani), divinità deforme e oscura. A parte dunque, anche qui, gli aspetti morali di una religione antecedente quella dell'On. Buttiglione, credo che sia da auspicare che la figlia di Venere, anziché corteggiare la figlia di Marte, dovrebbe piuttosto ricercare la discendenza di Vulcano – dunque, restare in famiglia – perseguendo cioè il lavoro, lo sviluppo, il cammino del progresso, lasciando i miraggi delle armi. Credo che per l'Europa il cammino giusto (giusto come realismo politico, prima ancora che come dovere morale, ribadito così autorevolmente anche da Giovanni Paolo II) sia quello della nonviolenza attiva, da vivere all'interno e da esportare nel mondo. Credo che anche la famiglia di Venere, a parte le sue convinzioni religiose, ne trarrebbe un maggior vantaggio e ritroverebbe la su autentica missione.