Perché chiudere i campi

1. Segregare una comunità, esclusivamente in base all’etnia di appartenenza, è una violazione dei diritti umani. 

2. La vita nei campi blocca in una spirale di degrado ed esclusione, spesso di violenza e abusi.

3. Da 13 anni organizzazioni internazionali e istituzioni europee chiedono all’Italia di metter fine alla politica dei campi.

4. “Segregare costa”. Non è vero che “non ci sono i soldi”: tantissimi ne vengono spesi solo per rafforzare l’emarginazione.

Alcuni esempi a Roma, dove si stima (per eccesso) una presenza di circa 8.000 rom:

• Oltre 24 milioni di euro spesi nel solo 2013 per gestire gli 11 “campi” ufficiali e per mettere in atto. 54 azioni di sgombero forzato, così ripartiti:

86% delle risorse spese per vigilanza e sicurezza. 

13% per la scolarizzazione. 

• Soltanto lo 0,4% per progetti di inclusione!

• Per il campo di Candoni (820 abitanti in container deteriorati, recintato e video-sorvegliato, il primo negozio di alimentari a 2,3 Km) dal 2.000 sono stati spesi 2.393.699 euro, circa 220 mila euro per ogni singola famiglia.

• Per il nuovo campo della Cesarina è prevista una spesa di oltre 2 milioni di Euro.

(Fonte: Associazione 21 luglio, Rapporto Campi Nomadi S.p.A)