Aggiornamento dal Paraguay
In Paraguay continua la criminalizzazione dei movimenti sociali con la militarizzazione delle zone rurali, questa volta nei dipartimenti di San Pedro, Caaguazú y Caazapá. Luis Aguayo, segretario generale della Mesa Coordinadora Nacional de Organizaciones Campesinas (MCNOC),è intervenuto per denunciare "lo stato di abbandono e di estrema povertà di queste zone dove non esistono gruppi armati che cercano di destabilizzare la regione, come hanno erroneamente informato i giornali locali; le organizzazioni contadine hanno costruite scuole e strade nelle zone abbandonate dal governo".
Ha espresso il suo dissenso anche il vescovo Oscar Páez; va ricordato che la Pastorale Sociale Paraguaya (che ha sempre difeso i settori più poveri) si è opposta al decreto presidenziale che l'anno scorso ha aumentato la presenza di militari in zone di conflitto per la domanda di terra.
Ho appena ricevuto da Mercedes Canese (dirigente del Fronte popolare per l'Energia e consulente del Coordinamento Nazionale di donne indigene e contadine del Paraguay) questo aggiornamento dal Paraguay, con il documento della Plenaria Popolare Permanente (che riunisce organizzazioni sociali e partiti di sinistra) n cui si sottolinea che "la zona rurale del Paraguay è praticamente militarizzato. Il governo di Duarte Frutoso cerca di giustificare il suo fallimento come Presidente della Repubblica lanciando un feroce operativo repressivo contro le organizzazioni sociali, in particolare quelle contadine. Abbiamo dimostrato al governo la forza della opposizione, della lotta popolare che ripudia la politica economica neoliberale.
Va ricordato che l'anno scorso sono stati arrestati 700 contadini appartenenti a varie organizzazioni che invadono terre inutilizzate e sollecitano la riforma agraria.
Ho intervistato al Foro Sociale Mondiale di Porto Alegre Mercedes Canese, giovane docente dell'Università Nazionale di Asuncion, accompagna il Fronte popolare per la Energia ed i movimenti dei senza terra, spiega che "Il Paraguay ha una problematica particolare di debito. Il suo debito estero è di 2,4 mila milioni di dollari ed è molto inferiore al debito di entrambi le centrali idroelettriche binazionali Itaipù e Yacyreta, debito che non figura come debito estero perché non conta con l'avvallo della Banca Centrale e raggiunge la cifra di 14 mila milioni di dollari per il Paraguay (proprietaria del 50%). Questo debito deve essere inteso come una strategia geopolitica gestita dai grandi "vicini" del Paraguay, cioè Argentina e Brasile, con l'obiettivo di frenare il suo sviluppo produttivo e mantenere la relazione di dipendenza che esiste dopo la guerra della Triplice Frontiera (Brasile, Argentina y Uruguay contro Paraguay nel periodo 1865-1870). Allo stesso modo che gli imperi utilizzano il debito estero come meccanismo di estrazione accelerata di capitale dei paesi poveri verso quelli ricchi, i sub-imperi del Brasile e Argentina estraggono capitali dal Paraguay. Una chiara conseguenza è l'elevato costo della energia elettrica per la popolazione e per la produzione, una contraddizione ingiustificabile considerando che Paraguay è l'unico paese con eccedenze di energia elettrica della regione. Per questo è stato molto importante che le organizzazioni sociali si stiano mobilitando perché hanno preso coscienza della relazione tra la necessità di una tariffa sociale per l'energia e la cancellazione del debito delle binazionali."
Lima, 7 marzo 2005
Note
Cristiano Morsolin, educatore-giornalista ed operatore di reti internazionali.Co-fondatore dell'Osservatori Indipendente sulla regione Andina SELVAS – http://www.selvas.org.
Dal 2001 lavora in America Latina, con esperienze in Ecuador, Peru, Brasile, Colombia, Cile.