Cluster bomb
Nel suo appello in video Giuliana Sgrena chiedeva, tra l'altro, di mostrare le foto da lei scattate dei bambini iracheni colpiti dalle ‘cluster bomb'.
E oggi è stato illustrato un disegno di legge, sottoscritto da 29 senatori, che chiede la messa al bando di questi micidiali ordigni.
“Il disegno di legge – ha spiegato il primo firmatario, Nuccio Iovene (DS) – risale allo scorso ottobre, ma ora che, dopo l' appello di Giuliana, i riflettori sono puntati sulle ‘cluster bomb', speriamo che il Parlamento apra gli occhi e si arrivi all' approvazione del provvedimento”.
Se poi, ha aggiunto, “questo segnale si rivelasse utile alle iniziative tese a liberare la giornalista del Manifesto, saremo i primi ad essere contenti”.
A firmare il disegno, oltre a parlamentari del centro-sinistra, anche alcuni senatori dell' Udc. Oltre al disegno di legge, ha poi dichiarato Iovene, “abbiamo presentato un'interrogazione, a cui il Governo non ha ancora risposto, sul coinvolgimento di due imprese italiane (la Simmel Difesa di Colleferro e la Snia Bdp) nella produzione di questi ordigni e sulla presenza di cluster bomb negli arsenali militari del nostro Paese”.
Le munizioni cluster (a grappolo) sono armi di grandi dimensioni – lanciate da aerei, elicotteri o sistemi di artiglieria – che si aprono a mezz' aria spargendo ad ampio raggio centinaia di submunizioni più piccole, progettate per esplodere al momento dell' impatto con il suolo.
“Il tasso di mancata esplosione dichiarato dalle case produttrici – ha spiegato Iovene – è del 5%, ma in realtà i dati raccolti sul campo segnalano indici più alti, anche fino al 20-25%. E le bombe inesplose diventano ancora più letali delle mine antipersona e possono colpire a distanza di anni”.
Si calcola che le ‘cluster bomb' usate in Iraq nei soli mesi di marzo ed aprile 2003 siano state 10.728, per un totale di 1,8 milioni di submunizioni. “Se anche quelle inesplose fossero in effetti solo il 5% – ha sottolineato il senatore – si tratterebbe comunque di 90.000 ordigni letali disseminati sul terreno”.
Secondo il dossier dell' organizzazione Human Right Watch, l'Italia è uno degli almeno 57 Paesi al mondo che hanno nei propri arsenali munizioni cluster.
Ma l'Italia è anche uno dei 33 Paesi produttori di questo tipo di armi.
Il disegno di legge si compone di due soli articoli ed estende alle munizioni a grappolo la messa al bando prevista dalla legge 374 del 1997 per le mine antipersona.
“Con questo provvedimento – ha rilevato Simona Beltrami, coordinatrice della Campagna italiana contro le mine – l' Italia può diventare l' apripista per la messa al bando di questi ordigni.
È una battaglia di civiltà, come quella contro le mine antipersona”.
Achille Occhetto, senatore del gruppo del cantiere, ha sottoscritto il disegno di legge ed ha invitato ad “aggiornare la legge 374/97 per metterla al passo con gli sviluppi tecnologici nel campo degli armamenti”.
Il senatore Gigi Malabarba (Rifondazione), ha ricordato che “le vittime principali delle ‘cluster bomb', così come delle munizioni all'uranio impoverito, sono i bambini. Spesso queste bombe sono costruite volutamente per sembrare giocattoli: è un segnale dell' imbarbarimento della società che va fermato”.
Francesco Martone, senatore verde, ha infine criticato “l'impennata di accordi bilaterali stipulati dell' Italia nel campo degli armamenti negli ultimi tempi. Occorre rilanciare una seria politica di disarmo”.