Verso Sibiu
La mancanza di unità fra Chiese che riconoscono uno stesso Cristo impedisce alle diverse confessioni cristiane di presentarsi come segno di pace agli altri. La stessa parola ecumenismo è ancora scarsamente conosciuta, nonostante sia grande l’urgenza di aprire relazioni più costruttive con gli altri monoteismi e, in generale, con tutte le religioni che, proprio in virtù di ciò che sta scritto nei loro messaggi, non dovrebbero essere distorte, come è accaduto tante volte nella storia, a strumento di contrapposizione e di violenza.
A Sibiu, in Romania, dal 4 all’8 settembre 2007 si terrà la terza Assemblea ecumenica europea (“La luce di Cristo illumina tutti. Speranza di rinnovamento e unità in Europa”), dopo quelle di Basilea (“Giustizia, pace, salvaguardia del creato”) e di Graz (“Riconciliazione, dono di Dio e sorgente di vita nuova”); le aspettative sono grandi, anche perché nel 2007 la Romania entrerà nell’Unione europea e perché per la prima volta la Conferenza è accolta in un Paese ortodosso. Il Comitato congiunto del KEK (Consiglio Ecumenico delle Chiese) e del CCEE (Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee) a febbraio aveva un incontro preparatorio per rinnovare il metodo di questa che sarà un’assemblea “a tappe” e che dovremmo preparare tutti con impegno.
Infatti, è certamente importante mobilitare 3.000 delegati; tuttavia, è necessario che siano coinvolti i credenti delle diverse appartenenze per conoscere e vivere la speranza dell’unità. “L’unità – chiarisce Giuseppe Alberigo – ha bisogno della conversione: non può essere un fatto dottrinale teologico avulso dalla presenza e dalla partecipazione del popolo di Dio: per costruire un nuovo modello dobbiamo infatti ripensare le vecchie identità”. Sappiamo troppo poco dei protestantesimi e dell’ortodossia; mentre il primo passo per acquisire una mentalità ecumenica è rendersi conto che non sappiamo troppo neppure del cristianesimo. La recente (29-30 gennaio 2005) Assemblea ecumenica dei giovani di tutte le confessioni cristiane, proprio partendo dallo spirito della Resurrezione, ha invitato tutti a un cammino di speranza per imparare a osare la pace come pratica della nostra fede comune: un compito urgente per crescere tutti in una fede matura e per incoraggiare la sorellanza delle nostre Chiese.