La nonviolenza dei volti
“Dal 1946 al 1995 ci sono stati 150 conflitti armati che hanno provocato circa 23 milioni di morti, la maggior parte (i due terzi) civili… Le Nazioni Unite stimano che, a partire dal 1990, siano scoppiati 49 conflitti armati. 46 di essi sono stati e sono combattuti con le cosiddette armi leggere. Negli
ultimi dieci anni, esse hanno provocato la morte di 4 o forse 5 milioni di persone… La classifica dei principali produttori di armi leggere vede al primo posto gli Stati Uniti, al secondo la Gran Bretagna, al terzo l’Italia”. Sergio Paronetto, ne “La nonviolenza dei volti”, aggiunge una scossa nonviolenta. Al sistema di pensiero, alla cultura dominante. Una scossa che ci fa constatare come il progetto di rinuncia a risolvere i problemi umani con la forza distruttiva esiste davvero. Non è il sogno di qualche illuso. Si esprime in innumerevoli modi, con tanti volti.
La nonviolenza di cui parla Sergio non è soltanto una costruzione teorica di qualche importante pensatore. È piuttosto uno sconfinato mosaico: di idee, fedi, profezia e preveggenza, rischi, sacrifici, impegno e soprattutto volti di persone reali. Un mosaico vivo, che continuamente si aggiorna, si arricchisce e si colora. Sono innumerevoli i volti della nonviolenza che affiorano nel libro che ne rende visibili i tratti caratteristici dell’impegno per la pace. Ogni capitolo è preceduto da una o anche due poesie, perché i volti rappresentati attraverso le opere dei poeti e degli artisti possono esprimere in modi diversi il proprio sentire.
Incrociamo i nonviolenti “storici”, da Mazzolari a don Tonino Bello, i costruttori di azione nonviolenta gandhiani di matrice induista, e buddisti, musulmani, ebrei, cristiani, profeti di nonviolenza di matrice laica, interreligiosa, e politici, artisti, pedagogisti, filosofi…
Ricca la parte relativa al mondo dei movimenti e delle associazioni, dati, nomi, prese di posizione… La dettagliata bibliografia è utile per approfondimenti personali, per scegliere materiali per riflessioni in gruppo, per eventuali ricerche scolastiche.
Una parte notevole del libro riguarda i documenti della Chiesa, dedicati talvolta alla pace legata inscindibilmente alla giustizia, alla libertà e alla salvaguardia della natura; talaltra alla ricerca di soluzioni nonviolente dei conflitti. Fa da sfondo, l’atmosfera dei testi fondamentali della nostra fede. Non manca l’invito a pregare per la pace. Non mancano le preghiere. Perché sarebbe impossibile vivere in modo nonviolento questo tempo pieno di aggressività senza collegamenti con la fonte della nonviolenza.
E infine sono presenti pagine dedicate alla pedagogia che invitano ad approfondire il significato della disobbedienza, attraverso la testimonianza di don Lorenzo Milani e di molti obiettori di oggi, dai veterani del Vietnam a quelli della prima Guerra del Golfo, ai giovani militari israeliani che rifiutano di sparare, alla giovane Rachel Corrie …
La pedagogia della nonviolenza riguarda gli insegnanti più sensibili, le associazioni, i movimenti e le scuole che operano da anni per l’educazione alla pace. Grandi insegnamenti ci giungono dai Premi Nobel per la pace, dai documenti dell’ONU sul Decennio internazionale per una cultura della nonviolenza a beneficio dei bambini, l’Assemblea dell’ONU dei Popoli con la Marcia Perugia-Assisi, il cantiere di Porto Alegre, il Manifesto dell’acqua…
Il libro si conclude con una lettera ai giovani sul realismo della nonviolenza.
Recensione a cura di Rosapia Bonomi